Stop alle cartelle esattoriali - Wikicommons - Sardegnainblog.it
Le cartelle esattoriali sono debiti contratti dal cittadino nei confronti della pubblica amministrazione. Alcuni però diventano inesigibili
Il ricevimento di una cartella esattoriale mette spesso in allarme il contribuente. Esiste però un principio fondamentale nel diritto tributario italiano che può salvare il debitore dal pagamento: la prescrizione.
Decorso un certo lasso di tempo senza che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione abbia compiuto atti validi per il recupero il diritto di riscuotere il credito si estingue. La prescrizione è dunque l’estinzione del diritto di riscuotere un tributo a causa del protrarsi dell’inerzia del creditore.
Contrariamente a una credenza diffusa non esiste un unico termine di prescrizione per tutte le cartelle esattoriali. I tempi variano in base alla natura del credito originario contenuto nella cartella.
I termini della prescrizione sono variabili: quella di 10 anni si applica in via residuale a tutti i tributi che non hanno una specifica normativa come l’IRPEF e l’IVA, quando l’accertamento è definitivo.
La prescrizione di 5 anni è il termine più frequente e si applica ai crediti che devono essere pagati periodicamente come le multe stradali, il bollo auto, tasse e contributi previdenziali e assistenziali e tributi locali come IMU e TARI. La prescrizione di 3 anni infine si deve applicare alla tassa automobilistica a partire dall’1 gennaio dell’anno successivo a quello in cui è dovuta.
Il lasso di tempo di un anno dalla notifica della cartella esattoriale non è il termine di prescrizione, ma il periodo entro cui in assenza di atti interruttivi il contribuente dovrebbe contestare la validità della cartella stessa in base ad alcune interpretazioni giurisprudenziali sui vizi formali. Il principio fondamentale resta la prescrizione del credito originario. Se il termine di 5 o 10 anni decorre senza interruzioni valide la cartella esattoriale diventa non dovuta, indipendentemente dal fatto che sia stata notificata in precedenza.
Se si riceve una cartella contenente debiti che in base alla loro natura risultano prescritti, è necessario agire. Il contribuente deve in primis verificare la natura del credito e la data di scadenza identificando se si tratta di IRPEF, multa o TARI. Poi è tenuto a verificare se il termine di prescrizione è decorso dall’ultimo atto di riscossione valido o dalla scadenza del tributo.
Infine se la prescrizione è effettiva è necessario presentare un ricorso in Commissione Tributaria (o al Giudice di Pace per le multe) per far dichiarare l’estinzione del debito. Attenzione, però: il debito non si annulla automaticamente. Se non si presenta ricorso l’Agente della Riscossione è legalmente autorizzato a proseguire con le azioni esecutive.
This post was published on 5 Novembre 2025 20:00
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