Novità in vista per la patente a punti - Wikicommons - Sardegnainblog.it
Più di vent’anni fa la patente è diventata a punti. Nel caso in cui un automobilista li perda tutti diventa automatico il ritiro della stessa
Dal 2003 esiste la patente a punti, un sistema ideato per responsabilizzare tutti gli automobilisti: ogni qual volta in cui si commette un’infrazione grave al Codice della Strada scatta automaticamente la decurtazione dei punti.
Recuperarli è possibile, ma questo richiede di seguire percorsi ben precisi. Il metodo principale per ripristinare il punteggio della patente a seguito di decurtazione è la frequentazione di un corso di recupero punti presso autoscuole o enti autorizzati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Il tipo di corso da seguire e i punti recuperabili dipendono dalla categoria di patente posseduta e dai punti persi: per le patenti A e B il corso ha una durata di 12 ore e permette di recuperare 6 punti, fino a un massimo di 20.
Il costo è variabile ma di norma parte da circa 180 euro. Per ciò che riguarda le patenti C, D, E e CQC (Carta di Qualificazione del Conducente) il suddetto corso ha una durata maggiore, pari a 18 ore e consente di recuperare fino a 9 punti. Il costo in genere parte da circa 250 euro.
È importante sottolineare che i corsi possono essere frequentati solo quando il punteggio è effettivamente diminuito. Quando si riceve un verbale per un’infrazione che prevede la decurtazione dei punti il proprietario del veicolo (o l’usufruttuario) ha l’obbligo legale di comunicare alle autorità i dati identificativi del conducente che era alla guida al momento della violazione.
Questa comunicazione è fondamentale e deve essere effettuata entro 60 giorni dalla notifica del verbale. La mancata osservanza di questo obbligo comporta conseguenze economiche e legali specifiche, definite dall’articolo 126-bis del Codice della Strada.
Se il proprietario del veicolo paga regolarmente la multa prevista per l’infrazione (ad esempio, per eccesso di velocità o mancato utilizzo delle cinture) ma omette di comunicare i dati del conducente entro i 60 giorni, si espone a una seconda sanzione amministrativa di natura pecuniaria.
Questa seconda multa emessa per la violazione dell’obbligo di comunicazione è pari a 286 euro. Il vantaggio (o svantaggio) di questa scelta è che in questo caso non si perde alcun punto dalla patente poiché le autorità non sono in grado di identificare il responsabile della guida. In sostanza si sceglie di pagare una sanzione aggiuntiva per “comprare” l’anonimato del conducente ed evitare la decurtazione dei punti.
This post was published on 5 Novembre 2025 06:00
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