Donne, per voi c’è una bella notizia: “A 58 anni tutte in pensione” | Finalmente una scelta giusta

Si può andare in pensione a 58 anni - Wikicommons - Sardegnainblog.it
La possibilità per le lavoratrici di andare in pensione a 58 anni è quanto mai concreta. Il Governo sta per prendere una decisione importante
La pensione anticipata per le donne è stata negli ultimi anni oggetto di continue discussioni e di una serie interminabile di modifiche restrittive che ne hanno drasticamente ridotto la platea e innalzato i requisiti anagrafici.
Tuttavia in vista del prossimo anno sembra prospettarsi un significativo e ben accetto cambio di rotta da parte del Governo italiano, il quale starebbe valutando un potenziamento della misura, puntando a requisiti meno stringenti e a un allargamento delle lavoratrici beneficiarie.
L’obiettivo principale delle forze politiche, in particolare di Fratelli d’Italia e della stessa Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è quello di restituire alla misura la sua originaria flessibilità.
Il potenziamento su cui l’esecutivo è al lavoro si muove su tre versanti principali, ma uno dei tre è senza dubbio quello di maggior rilievo avendo in previsione un ritorno alla sua forma originale.
La soluzione principale è il ritorno ai 58 anni
La soluzione più dibattuta e auspicata per il 2026 è il ripristino dei requisiti anagrafici originali. Attualmente l’accesso alla cosiddetta “Opzione Donna” è limitato alle lavoratrici che hanno raggiunto un’età anagrafica di 61 anni (ridotta a 60 per chi ha un figlio e 59 per chi ne ha due o più), oltre ai 35 anni di contributi e solo se appartenenti a categorie tutelate come caregiver e invalide civili.
L’ipotesi in discussione mira ad abbassare l’età minima a 58 anni per le lavoratrici dipendenti (e 59 per le autonome) a prescindere dal numero dei figli, a patto di aver maturato i 35 anni di contributi. Questo cambio permetterebbe a una platea di donne molto più ampia di accedere alla pensione anticipata. Il secondo versante del potenziamento riguarda l’abolizione o l’alleggerimento delle restrizioni sulle categorie ammesse.
Allargamento della platea e riconoscimento del lavoro femminile
L’obiettivo per il 2026 sarebbe quello di rendere Opzione Donna nuovamente disponibile per la generalità delle lavoratrici, riconoscendo il suo valore come strumento di flessibilità e di riconoscimento delle carriere femminili, spesso interrotte o penalizzate da carichi familiari non retribuiti.
Nonostante l’ampliamento Opzione Donna conserverebbe la sua caratteristica fondamentale: il ricalcolo dell’assegno interamente con il sistema contributivo. Questo comporta quasi sempre una penalizzazione economica rispetto al calcolo misto o retributivo ma con l’avanzare del tempo e l’applicazione del metodo contributivo a una fetta sempre maggiore della carriera lavorativa, la penalizzazione futura sarà proporzionalmente meno drammatica.