Vacanze, NON pagare con la carta: da quest’anno non si può più fare | Usa i contanti o il Fisco ti chiama

In vacanza è meglio pagare i contanti - Depositphotos - Sardegnainblog.it
In controtendenza con le ultime disposizioni dell’UE, quando si è in vacanza è più opportuno pagare in contanti e non con la solita carta
Con l’arrivo delle vacanze estive l’Agenzia delle Entrate decide di alzare l’asticella dei controlli sui pagamenti digitali. Il riferimento è dunque alle transazioni effettuate con carta di credito, bancomat o bonifico durante il periodo di ferie.
Tutte queste forme di pagamento sono diventate un punto di attenzione per il Fisco che le utilizza come strumento per verificare la coerenza tra il tenore di vita e il reddito effettivo dichiarato.
L’obiettivo non è penalizzare chi spende, ma individuare anomalie che possano indicare forme di evasione fiscale. Ciò detto non v’è alcun motivo concreto di allarmarsi se si effettuano pagamenti digitali in vacanza.
Il sistema di controllo dell’Agenzia delle Entrate si concentra su operazioni sospette, non su ogni singola transazione. I dati relativi ai pagamenti vengono raccolti in un’unica anagrafe dove il Fisco può incrociare le informazioni e notare se le spese di un contribuente superano in modo sproporzionato il reddito dichiarato.
Vacanza sospetta, meglio pagare in contanti
Quali sono i casi che possono attivare un controllo da parte del Fisco? In primis le spese eccessive rispetto al reddito: se un contribuente con un reddito dichiarato basso effettua pagamenti per migliaia di euro in hotel di lusso, ristoranti stellati o noleggi di auto costose, l’Agenzia delle Entrate potrebbe voler vederci chiaro. Nel mirino degli ispettori dell’Agenzia delle Entrate finiscono poi i bonifici non giustificati.
Ricevere bonifici di importo elevato da persone con cui non si ha una relazione di parentela o lavorativa può far scattare un controllo. Il Fisco in casi del genere pretende di sapere l’origine di questi soldi. Se sono regali o donazioni è bene averne una prova documentale.

L’Agenzia delle Entrate non tollera alcuna violazione
Infine un utilizzo frequente del contante in presenza di grandi disponibilità non può non destare sospetti: sebbene il prelievo di contante non sia un reato, l’uso massiccio di denaro liquido da parte di un contribuente con un reddito elevato potrebbe far scattare un campanello d’allarme.
L’Agenzia delle Entrate attraverso l’Anagrafe dei Rapporti Finanziari ha accesso a tutti i dati di pagamenti, prelievi e movimenti bancari. Questo sistema serve a ricostruire il profilo di spesa dei contribuenti. Il consiglio finale è sempre lo stesso: in vacanza è bene conservare le ricevute e la documentazione relativa alle spese più importanti, soprattutto se si tratta di bonifici o pagamenti di importo elevato. In questo modo, in caso di controllo, si può dimostrare facilmente la legittimità delle transazioni.