Ritratto di Cristoforo Colombo eseguito da Sebastiano del Piombo, nel 1519
Cristoforo Colombo era Sardo: Genova e il suo entroterra, la Spagna e il Portogallo, sono tante le regioni che da anni vantano di aver dato i natali a Cristoforo Colombo, il grande navigatore che il 12 ottobre 1492 (ri)scoprì l’America per la corona spagnola, mentre in realtà cercava una via a occidente per le Indie. Adesso però una nuova teoria rischia di mettere tutti in disaccordo, Cristoforo Colombo sarebbe infatti sardo di Sanluri. Ma chi lo dice?
Lo so cosa state pensando, sarà il solito studioso locale con derive indipendentiste, ebbene, nulla di tutto ciò, la teoria è di una studiosa spagnola – Marisa Azuara – che si è andata a studiare i documenti d’epoca facendo una sconvolgente scoperta, Cristoforo Colombo era Sardo o meglio ancora Sardo-Genovese, ma suddito di uno stato retto da Re Cattolici, unificando così in un colpo solo la gran parte delle teorie. A questa tesi la Azuara ha dedicato ben due pubblicazioni, una in spagnolo, intitolata “Christòval Colòn, màs grande que la legenda” e una uscita anche in italiano 2012, “Cristoforo Colombo, la Crociata Universale“.
Nel primo libro la studiosa spagnola aveva avanzato la tesi che Cristoforo Colombo altri non fosse che tale Cristoforo da Siena e Alagon, sardo-genovese, figlio di Salvatore da Siena Piccolomini e Isabella Alagon d’Arborea, nato nel 1436 in Sardegna in un territorio legato ai genovesi al momento della sua nascita e poi divenuto spagnolo dopo la conquista aragonese dell’isola (nacque infatti tra le due battaglie più importanti, sa Battalla di Sanluri è datata 1409, mentre la battaglia di Macomer è del 1478).
Si scopre anche che il Cristoforo Colombo sardo era imparentato con le principali famiglie nobiliari dell’ epoca. Per parte di padre con i Piccolomini e i Chigi di Siena, i Todeschini Piccolomini Aragona dell’Umbria, i Visconti di Milano, i Spinola di Firenze. Per parte di madre con Alagon di Saragozza, coi giudici sardi Mariano ed Eleonora d’Arborea e il sardo genovese Brancaleone Doria. Insomma una storia personale e familiare che ci racconta un incredibile spaccato della società italiana e sarda dell’epoca, tra matrimoni di convenienza e lotte intestine.
Insomma un Cristoforo Colombo di origine nobile, sia sardo che genovese, che spagnolo.
Nel secondo libro l’impresa di Cristoforo Colombo viene meglio contestualizzata e rianalizzata alla luce dell’ origine sardo-genovese del navigatore, come membro delle famiglie del Visconte di Sanluri, Antonio De Sena (Dessena è ancora un cognome diffuso in Sardegna), e del Marchese di Oristano, Leonardo Alagòn d’Arborea, ultimo sovrano della Corona de Logu. Conoscere la reale personalità di Cristoforo Colombo offre una prospettiva sorprendente e molto diversa da quella conosciuta sui rapporti mantenuti dal navigatore con le grandi personalità della sua epoca: papa Borgia, i papi Pio II e Pio III, la regina Isabel di Castiglia, re Fernando d’Aragona, re Joao II del Portogallo ed Amerigo Vespucci.
Interessante poi come l’opera della studiosa spagnola analizzi nel dettaglio il modo in cui la tragica fine dei giudici d’Arborea e dei marchesi di Oristano influirono sui grandi avvenimenti storici di quell’epoca (l’espulsione degli ebrei dalla Spagna, l’istituzione dell’Inquisizione, l’assassinio del figlio di papa Borgia, l’unificazione delle Corone di Castiglia e di Aragona in Spagna e l’invasione dell’Italia da parte del re di Francia) e determinarono il futuro del Nuovo Mondo.
Insomma ancora una volta la Sardegna si trova non solo al centro del Mediterraneo, ma della storia dell’ Occidente.
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This post was published on 28 Dicembre 2015 11:49
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Nella slide n. 16, in cui l'autrice cita tra le numerose tracce lasciate dai genovesi in Sardegna la chiesa dei Santi Giorgio e Cateria, ubicata ai piedi di Monte Urpinu, mi sembra un pò un azzardo vista la sua archittetura moderna degli anni 50-60. Forze questo in mancanza di immagini della vera chiesa dei Santi Giorgio e Caterina che purtroppo non esiste più in quanto distrutta da una delle bombe degli alleati nel 1943 e situata nella via Manno a Cagliari, dove oggi sono ubicati i magazzini di Zara. Tutto questo mi sa di troppa faciloneria.
Qualcuno potrebbe rispondere che accusare una studiosa di faciloneria, basandosi sulle sue slide e non sulla sua opera intera, sia a sua volta faciloneria. Secondo me non c'era bisogno di inserire un giudizio così "tranchant" a fine commento. Se interessati, per approfondire, consiglio la lettura del libro integrale della studiosa, che in questo momento costa solo 3 euro in formato digitale su Amazon, per un totale di 112 pagine.