Asdomar il tonno in scatola più sostenibile in vendita in Italia: Tra le eccellenze della Sardegna c’è anche la produzione di tonno in scatola degli stabilimenti Asdomar di Olbia, in Gallura, che l’indagine 2015 di Greenpeace ha ribadito essere ancora una volta il più sostenibile tra quelli in vendita in Italia.
La ben nota associazione ambientalista ha analizzato gli 11 marchi di tonno più diffusi sugli scaffali dei nostri market (tali da rappresentare l’80% del mercato italiano), in base alle loro politiche di sostenibilità e equità, le specie catturate, i metodi di pesca usati, trasparenza e completezza delle informazioni che vengono fornite ai consumatori. E se Greenpeace ha parole al miele per Asdomar è invece molto dura verso altri marchi:
C’è chi ha dimostrato di impegnarsi per una pesca sostenibile e la piena trasparenza (come Asdomar), e c’è chi invece ha tradito la fiducia dei consumatori, promettendo tonno sostenibile e continuando invece a essere completamente dipendente dalla pesca distruttiva, come Mareblu.
Il problema dello spopolamento degli oceani è quanto mai attuale, pensate che ci sono pescherecci giganteschi capaci di catturare oltre 2.000 tonnellate di pesce in una sola battuta di pesca, con metodi di pesca distruttivi e responsabili della cattura accidentale di migliaia di squali, tartarughe e mante, senza alcun riguardo neanche per le specie in pericolo. Che poi le specie a rischio estinzione ormai sono la quasi totalità di quelle presenti nei mari, i dati della FAO dicono che il 85% degli stock ittici mondiali sono pienamente o eccessivamente sfruttati (o già esauriti), mentre diverse stime danno ancora pochi decenni di pesca a questo ritmo, prima che negli oceani rimangano solo meduse.
Una delle specie più a rischio è proprio il tonno e sta a noi consumatori assicurarci di comprare una marca che sia davvero sostenibile. L’indagine di Greenpeace ci consiglia la Asdomar – prodotto da Generale Conserve – per il suo impegno documentato nel cercare di evitare metodi di pesca distruttivi – evita metodi di pesca distruttivi, come i palamiti, preferendo metodi come la pesca a canna da piccole flotte locali nel 30% dei propri prodotti – , ha scelto di favorire la pesca sostenibile – utilizza il meno sfruttato tonnetto striato nel 30% dei prodotti, mentre il tonno pinna gialla viene in gran parte dallo stock dell’Oceano Pacifico centro-occidentale (ancora in buone condizioni) – e offrire piena trasparenza ai consumatori (in etichetta ci sono più informazioni rispetto ai concorrenti, come il nome comune e scientifico della specie, provenienza, metodo di pesca usato, consentendo al consumatore di fare una scelta responsabile).
Bene così quindi ma non basta, Greenpeace infatti invita la Asdomar a sviluppare e migliorare la tracciabilità del prodotto e a fare maggior chiarezza sull’uso dei FAD – sistemi utilizzati per i tonni e poi prelevarli con ampie retiche causano però l’ uccisione di altri animali, come esemplari giovani di tonno (“baby-tuna”), squali, tartarughe e specie in pericolo – per garantire un tonno che sia al 100% sostenibile da un punto di vista ambientale e sociale.
Per la cronaca le marche peggiori – sempre secondo Greenpeace – sono Mareblu, Mareaperto, Lidl e Auchan. Trovate qui la classifica completa.
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This post was published on 29 Ottobre 2015 09:22
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