Tempos de majarzas 2015 a Bidonì: A Bidonì – piccolo centro di 150 abitanti della provincia di Oristano, dopo Ghilarza – , sabato 10 ottobre 2015, si svolgerà un imperdibile appuntamento per gli amanti del medioevo e delle rappresentazioni storiche, a partire dalle ore 19,30 infatti comincerà “Tempos de majarzas: a morte la strega..“. Sarà un salto a piè pari nelle tradizioni sarde più antiche e nello scempio delle stesse che venne fatto durante l’inquisizione, anche grazie alla visita al museo de “S’Omo ‘e sa Majarza” (“La casa della strega“).
Per tutto il weekend inoltre si potranno visitare (venerdì solo al pomeriggio dalle ore 16,30 alle 20,00, sabato e domenica anche al mattino dalle ore 10,30 alle 13,00):
“La casa della strega” – come si può facilmente intuire – è un museo dedicato alla stregoneria, ma anche alla figura del diavolo e agli esseri fantastici delle leggende della Sardegna. Il museo – che ha sede nel vecchio Municipio – parte dalle tradizioni sarde per immergersi tra le divinità dei morti dei Romani – in pochi lo sanno, ma sulla sommità del colle di “Onnariu”, ci sono ancora i resti del tempio di Giove – , fino ad arrivare all’Inquisizione e al celebre “Malleus Maleficarum“. Il libro, pubblicato nel 1486, diventerà la guida in tutti gli interrogatori per stregoneria, nonché la base teologica sulla quale si baserà la tortura delle presunte streghe. Fu probabilmente il periodo più buio di tutta la storia Europea.
Sulla scheda del museo pubblicata su Sardegna Turismo, leggo anche:
Tra le proposte più suggestive del museo è la ricostruzione dell’antro di una strega sarda del Cinquecento, tale Julia Carta di Siligo, tenuta prigioniera tra il 1596 e il 1606 e sottoposta a torture presso le carceri dell’Inquisizione di Sassari.
Non mancano amuleti, pozioni e sortilegi portafortuna della tradizione sarda, ma anche “sa filonzana” e “su carru de sos mortos” che, nelle antiche credenze popolari, avanzava, cigolando, per trasportare le anime dei defunti. Poiché il carro poteva esser visto solo da chi doveva morire entro l’anno – spiega ancora il sito regionale – , incuteva terrore anche soltanto pronunciarne il nome. Ecco spiegato perché ancora oggi in tanti fanno gli scongiuri al passare di una macchina delle pompe funebri!
Consultate la pagina Facebook dell’evento.
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This post was published on 6 Ottobre 2015 12:19
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