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Domus de Janas di Sas Concas di Oniferi e i suoi splendidi capovolti!

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Necropoli Sas Concas a Oniferi e i suoi capovolti: Ci capita spesso di sfrecciare veloci sulle strade principali della nostra amata Sardegna senza essere pienamente consapevoli delle bellezze naturalistiche e architettoniche che ci circondano, che spesso si trovano a pochi metri e a pochi minuti da noi, talvolta infatti ci basterebbe fare un piccola deviazione, se solo sapessimo cosa si trova nelle vicinanze. E’ il caso del grande complesso di domus de janas di sas Concas in territorio di Oniferi, le quali, sconosciute ai più, si trovano proprio ai bordi della SS131 dcn, salendo verso Nuoro.

Le domus de Janas più antiche della Barbagia:

Eppure si tratta di quelle che gli archeologi considerano essere forse le domus de janas più antiche della Barbagia. Si tratta di un vasto complesso ipogeico costituito da ben 20 sepolture, alcune delle quali purtroppo sono state distrutte dai lavori di cava, ma il vero motivo per le quali queste tombe sono famose è per i petroglifi e le coppelle incisi sulle pareti di due tombe: la “Tomba dell’Emiciclo“, la “Tomba Nuova Ovest“.

Parte orientale delle Domus de Janas di sas Concas a Oniferi – photo credit: Madpack (CC BY-SA 3.0)

La Tomba dell’ Emiciclo:

La tomba dell’emiciclo è piuttosto complessa, così si legge nella scheda pubblicata su Sardegna Cultura:

La Tomba dell’Emiciclo è formata da un’anticella che introduce, attraverso un portello squadrato, in un’ampia camera semicircolare (m 3,25 x 3,40 x 2,25/1,30) con soffitto spiovente verso l’esterno. Da questa si accede ad altre cinque celle secondarie. Il vano riproduce diversi particolari architettonici: una banda a rilievo piatto – realizzata su tutte le pareti, poco al di sotto della linea del soffitto – una lesena raffigurata in corrispondenza dell’angolo di fondo s. e un falso architrave a rilievo piatto realizzato sul portello scavato al centro della parete di fondo.

Le raffigurazioni simboliche:

Le raffigurazioni simboliche sono distribuite in due gruppi: sul settore s. della parete di fondo, poco sotto la linea del soffitto, sono incisi undici petroglifi antropomorfi capovolti del tipo ancoriforme o “a candelabro”. Le figure proseguono sulla parete laterale s., senza un ordine o uno schema definito.  Sulla parete opposta – quella con il portello d’ingresso all’ambiente – a d., è presente una sola figura umana capovolta, in schema rigidamente geometrico, che reca la raffigurazione di una testa, di braccia e gambe. Numerose coppelle sono realizzate sulle pareti ma anche sul soffitto.

Analoghe raffigurazioni sono documentate, come già detto, nella Tomba X e nella Tomba Nuova Ovest.

Uomini capovolti di Oniferi – photo credit: Simonetta Delussu per sardegnainblog.it

Gli uomini capovolti nella cultura sarda e non solo:

Quanto agli uomini capovolti – del tipo “ancoriforme” o “a candelabro” – qualcosa di simile, anche se stilisticamente diversi, si può riconoscere anche su numerosi menhir, come quelli esposti nel museo loro dedicato a Laconi, ma come sempre capita in queste occasioni, quando la magia di un luogo è così forte e quando il mistero è così folto, nascono subito teorie e congetture. Effettivamente però non si può non cogliere una certa somiglianza con il copricapo simbolo dei Dogon in Africa, il popolo di Sirio. Solo una coincidenza? Lasciamo che archeologi e antropologi si esprimano, anche se la scienza ha tempi che l’immaginazione umana non sempre ha voglia di aspettare (per fortuna).

Museo dei Menhir a Laconi, anche qui degli uomini capovolti anche se di diversa foggia (sulla destra) – photo credit: Daniele Puddu per sardegnainblog.it

Noi le abbiamo visitate, il nostro racconto:

Personalmente sono tra quelli che finora son sempre passati dritti, tranquilli e inconsapevoli (la prossima volta che ci passo però non mi sfuggirà), chi invece ci è andata appositamente è una cara collaboratrice di questo blog, Simonetta Delussu, che così ci descrive l’esperienza di visita alle tombe di Oniferi:

Primo piano degli uomini capovolti delle Domus se Janas di Oniferi

Un luogo che non potete mancare di vedere è la necropoli di Oniferi che si trova vicino Nuoro. Avevo avuto il primo incontro con il sito di Oniferi dal mio computer, che continuava a rilanciarmi l’immagine di un capovolto inciso sul muro di una domus, un capovolto del quale, da studiosa, mi ero innamorata. Lo guardavo giorno e notte in estasi, tanto che mio figlio, un adolescente scettico, non era convinto fosse utile farsi ben 100 chilometri per ammirare dal vivo uno stickman. Riuscii però a portarlo con me cercando di non sentire le sue lamentele per un ora di viaggio.

Trovammo il sito dopo un po’ di errori perché non segnalato con la dovuta attenzione. In realtà dalla strada si incomincia a vedere, sulla destra, un affioramento di trachite rossa abbastanza ampio da racchiudere svariate domus, vi si arriva attraverso un breve sentiero, si apre un cancelletto in legno e si esplora il sito tranquillamente, il luogo è tenuto piuttosto bene. Mentre io mi soffermavo sulle tombe con una lampada tascabile, sentii urlare mio figlio: “Vieni a vedere!! È incredibile, ne valeva la pena è meraviglioso“.

Mio figlio era lì, fermo sulla soglia in estasi, era l’ultima tomba sulla sinistra, enorme: una porta all’entrata e due profondi segni di scolo per l’acqua. Non sono sicura di riuscire a trovare le parole per raccontare quello che si prova ad ammirare questa tomba alta per lo meno 2 metri. Appena si entra sulla parete c’è un volo, un precipitare dell’uomo capovolto, una meraviglia da togliere il fiato.

Dietro di me il sole era alto all’orizzonte, si sentivano volare insetti e frinire cicale, i fichi d’india rosseggiavano e io lì ferma immobile a interrogarmi sulla grandiosità di un volo di anime. Insomma, se venite in Sardegna non state solo al mare, l’interno è pieno di gioielli e andate a visitare anche quest’uomo capovolto arrivato a noi da millenni or sono, solo sarete lì capirete davvero l’emozione che un’iscrizione così antica può dare a noi uomini dell’era tecnologica. Perché le immagini viste sul pc son belle, ma dal vivo è tutta un’altra cosa!

Dove si trova e come arrivare alla Necropoli di Sas Concas a Oniferi:

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Simonetta Delussu nasce a Tertenia, laureata a in lettere e filosofia a Roma, consegue il dottorato sugli usi e costumi sardi a Mainz, in Germania ed è ora insegnante di liceo.

Ha al suo attivo diverse pubblicazioni, tra le quali “Stregoneria in Sardegna” e “Il delitto d’onore in Sardegna“, oltre a libri di poesia, gialli e romanzi. Ha ottenuto pure il riconoscimento della giuria al premio San Giorgio.

 

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This post was published on 2 Settembre 2015 17:20

Pubblicato da
Daniele Puddu

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