Eccellenze di Sardegna

Geo Med Gis 2 e quel parco UNESCO in Tunisia che nasce… in Sardegna!

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Geo Med Gis II: c’è una Sardegna che funziona, capace di portare conoscenza e tecnologia all’estero, fino a permettere al sud della Tunisia di trasformarsi in un parco geologico riconosciuto dall’Unesco.

Un traguardo incredibile e fantastico, specie se si pensa che è stato raggiunto grazie a un progetto proposto dall’ organizzazione di volontariato “Amici Senza Confini – A.Se.Con. ETS” di Capoterra, la realtà guidata da Roberta Manca che da molti anni realizza progetti non solo in Tunisia, ma in vari Paesi fra cui Senegal, Kenya, Marocco, Brasile, Nigeria e Perù.

Giovedì scorso, si è infatti concluso a Capoterra, il progetto di cooperazione internazionale “Geo Med Gis 2 – I sentieri del Geo parco: camminando verso l’UNESCO“, proposto dall’Associazione A.Se.Con di Capoterra, con il finanziamento della RAS con L.R. n. 19/96. con partner come il CNR-IGAG di Milano, il Geoparco della Sardegna, il Cirem-Crenos dell’Università di Cagliari e il Parco di Tepilora, ma anche i Comuni di Capoterra, Gadoni, Genoni e Masullas e l’Associazione Amici di Sardegna, oltre che dall’ONM Office National des Mines del governo tunisino.

Si tratta di un progetto nato con lo scopo di sostenere la costituzione del parco del Sud est della Tunisia nella regione del Dahar, una delle più povere dello stato africano, e di ottenerne l’inserimento fra i siti UNESCO dell’Africa. Per capirci è lì dove vennero girate le scene di Tatooine, il pianete d’origine di Luke Skywalker in Star Wars.

Si pensi che in circa 3 anni di attività sono stati raggiunti importanti risultati sia a livello locale che internazionale, fra questi sottolineiamo:

  • la realizzazione di una web app, cioè un sito web facilmente navigabile, che illustra in modo semplice e funzionale le aree inserite nel Parco del Sud Est della Tunisia, attraverso mappe tematiche interattive;
  • la formazione di 30 giovani per reperire e gestire le informazioni geo-referenziate, implementare la banca dati e gestire la web-app;
  • l’inserimento dell’area del Sud Est tunisino fra i siti che rientreranno nella classificazione dei Parchi
    dell’UNESCO dell’Africa
    ;
  • la formazione di 15 giovani sulla valorizzazione degli attrattori ambientali e naturalistici – Geo Parchi UNESCO, sul turismo sostenibile, sulle figure professionali per il Geo Parco, gestione di percorsi, siti e imprese turistiche;
  • la concessione di 5 fondi di micro credito per l’ apertura di imprese turistiche;
  • il rafforzamento delle politiche locali sullo sviluppo sostenibile e la gestione integrata del territorio
    nelle Amministrazioni dell’area del Dahar;
  • l’intensificazione dei rapporti fra la Sardegna e la Tunisia che hanno favorito la nascita di scambi e
    accordi di collaborazione fra Università e imprese private.

Lo so cosa vi state chiedendo, ma se siamo così bravi a realizzare questi progetti, perché non lo facciamo anche in casa nostra? In realtà ci si sta provando, anche se la strada è ancora lunga, con il progetto Geo Sard Gis.

L’importante è, a nostro vedere, che realtà e professionalità così importanti, che stanno facendo apprezzare la Sardegna nel mondo, siano sostenute e aiutate nella realizzazione dei loro progetti di sviluppo turistico sostenibile anche in terra sarda.

E infatti, l’auspicio dei promotori dell’iniziativa è invece quello di consolidare i rapporti fra gli attori dei rispettivi territori nella speranza e che si realizzi una rete operativa che consenta di superare i particolarismi che hanno penalizzato la realizzazione di politiche di settore e che la Sardegna, attraverso il suo Geoparco, ritorni presto a essere un sito UNESCO.

Per raggiungere questo importante obiettivo – spiegano – è necessario partire dalla comunità locali per sensibilizzarle sulla migliore conoscenza e strategie di valorizzazione delle tante risorse geologiche, ambientali e culturali che la Sardegna possiede da contestualizzare in ottica mediterranea. Anche perché diciamocelo pure, molte volte non ci rendiamo conto della ricchezza del nostro territorio, perché tendiamo a ignorare ciò che incontriamo nel quotidiano e che per noi diventa una presenza banale.

This post was published on 11 Marzo 2024 17:13

Pubblicato da
Daniele Puddu

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