Che fosse una stagione particolarmente ardua per il Cagliari, è stato fin da subito piuttosto evidente. Eppure la stagione non è ancora compromessa, nonostante la nostra squadra appaia spesso sfavorita nei singoli match in base alle quote dei pronostici sulla Serie A, sia per le partite passate che di quelle future, con l’unica eccezione di poche sfide casalinghe. Ma la storica “remuntada” interna contro il Frosinone e il passaggio del turno in Coppa Italia contro l’Udinese, sempre in rimonta, hanno evidenziato segnali di crescita e determinazione che fanno ben sperare per i prossimi mesi di campionato. Ovvio che il valore della rosa e il calendario riservato finora ai rossoblù abbiano condizionato e condizioneranno l’intera stagione.
In termini di rosa, il Casteddu è penultimo in Serie A per valore di mercato: 70,43 milioni, davanti solo al Frosinone con 62,55 milioni (dati Transfermarkt). Finora il piazzamento in classifica combacia con il valore della rosa, che Bonato in estate ha provato a puntellare al meglio, puntando su un mix di giovani di belle speranze e giocatori già formati, pur facendo i conti le scarne risorse economiche a disposizione. In questo ha giocato un fattore determinante anche il salto in A arrivato solo tramite gli spareggi, che nel caso specifico ha sottratto tempo prezioso per la gestione delle trattative.
Il Cagliari calcio si piazza poi al secondo posto per età della rosa, con una media di 26,9, preceduta solo dall’Inter con 28,2 (sempre dati Transfermarkt). In termini di esperienza, i rossoblù dovrebbero e potrebbero gestire meglio ogni impegno sul piano mentale, ma finora il campo ha mostrato una realtà differente. Anche perché avere l’ossatura della squadra della promozione molto in là con gli anni (Mancosu e Pavoletti hanno 35 anni, Lapadula quasi 34), giocoforza espone la squadra ad uno uso più oculato e a frequenti stop per infortuni dei suoi giocatori più titolati.
Anche il calendario non ha dato una mano: finora il Casteddu ha giocato cinque partite su dieci contro le prime della classe ossia Inter, Atalanta, Milan, Fiorentina e Roma. Viene quindi da pensare che il vero campionato del Cagliari inizi adesso, soprattutto con le prossime gare all’Unipol Domus Arena contro Genoa, Monza e Sassuolo. Gare da affrontare con lo stesso piglio mostrato nella vittoria contro i ciociari e con le parole di Ranieri ben impresse nella testa.
Questa squadra ormai c’ha un cuore grande, per cui nel momento della disperazione ecco che comincia a giocare, ecco che comincia a sapere bene quello che deve fare, come allargare il gioco, come puntare negli uno contro uno. Poi può sbagliare, naturalmente si sbaglia. Però già si sbaglia con un altro piglio, con un’altra determinazione. Ecco quello che è mancato a noi oggi: un po’ di determinazione e un pochettino di personalità perché abbiamo perso troppi troppi duelli sui contrasti e questo non va bene. Dobbiamo essere una squadra che si deve salvare per cui in ogni duello noi dobbiamo dire la nostra poi lo vincerà l’avversario, pazienza, ma noi dobbiamo esserci.
L’ex Leicester sottolinea l’importanza del carattere, da buon conoscitore di un campionato come la Premier dove la testa fa sempre la differenza. Insomma, giocarsela all’inglese, fino alla fine, come è successo contro i gialloblu di Di Francesco e contro i bianconeri di Cioffi.
L’unione di intenti tra collettivo e ambiente sembra essere un altro fattore determinante per puntare alla salvezza. La coesione con il pubblico nelle gare interne può contribuire alla conquista di punti pesanti, non solo con le squadre della stessa caratura ma anche con e big.
Faccio i complimenti a questa squadra perché dal 3-0 una partita che sembrava finita al 70°, invece sono stati capaci di riaprirla, di pareggiarla e di vincerla. Complimenti, lo ripeto ancora una volta: così come l’anno scorso ce l’abbiamo fatta a salire in Serie A per i nostri tifosi, anche quest’anno noi ci salveremo con i nostri tifosi. Dobbiamo essere un tutt’uno con i ragazzi. Anche quando giocano male ma cercano di dare il massimo, alla fine tirano fuori ogni volta ciò che i tifosi vogliono. Gli attributi ce l’hanno, è solo che alcune volte la paura li fa tremare.
Insomma il fattore campo ha, e dovrà avere il suo peso specifico. Lo stesso Mancosu è convinto che la coesione con il pubblico nelle gare interne farà la differenza:
La storia del Cagliari parla delle salvezze in Serie A in casa: questo deve diventare il nostro fortino. Era bellissimo vedere lo stadio che tremava.
La vittoria contro il Frosinone può essere l’inizio della risalita solo se tutta la squadra sarà pronta sul piano mentale. “Dobbiamo essere sfacciati come lo siamo stati quando eravamo spacciati. Quando avevamo perso forse ogni speranza”. Quel momento in cui si “dice no, adesso vogliamo reagire”. E hanno reagito bene”. Nessuna presunzione ma tanta consapevolezza. È questo che chiede Ranieri al suo collettivo.
Ovvio, infine, che la salvezza del Cagliari passerà anche e soprattutto per il rendimento di alcuni giocatori chiave come gli esperti Nandez, Mancosu, , Petagna, Pavoletti e Lapadula, i giovani Makoumbu, Luvumbo, Sulemana e Oristanio, le scommesse Wieteska e Hatzīdiakos e Shomurodov.
“Mi aspetto forti libecciate durante il cammino” aveva dichiarato Ranieri parlando della stagione imminente che lo attendeva a Cagliari. Non sarà facile restare in A, ma l’esperienza del tecnico, l’entusiasmo dei tifosi con i 13.000 abbonati e la possibile crescita di alcuni elementi in rosa possono far ben sperare. E poi, se sarà necessario, si potrà sempre puntellare la rosa durante la stagione invernale dell calciomercato, tagliando qualche ramo secco e scegliendo con cura uno o due innesti.
This post was published on 2 Novembre 2023 19:01
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